giovedì 26 aprile 2007

Vaccarezza ai mondiali di ovaie

Sulla caotica scrivania della segreteria di redazione dell'Ufficio Stampa, Relazioni con il Pubblico e Archivio Memoria Storica della Cavalcare Corporation (U.S.R.P.A.M.S.C.C.) è recentemente capitata una lettera a firma "ZAC"!

Il neanche più di tanto anonimo allenatore del famigerato Torino ci domanda:

"Perché il dott. Vaccarezza è stato nominato azzurro delle ovaie?".

Per rispondere occorre risalire con la memoria ai primi Anni '80.
Era l'epoca dei primi metal e dei paninari. Il fecondo e flaccido ingegnere Nicola Vaccarezza all'epoca si dilettava nel ripetere "Non me ne sdruna un drigo".
Tra facezie di questo genere, egli si allenava costantemente per tenere in perfetta efficienza il suo splendido fisico.

Accadde che nel 1984 venne convocato dal C.T. della nazionale azzurra di ovaie per rappresentare il suo bizzarro paese ai mondiali di ovaie che si tenevano, in quell'anno, a Singapore.

Da un articolo della Gazzetta dello Sport del 13 ottobre 1984:

"Singapore.
Brillante secondo posto per Nicola Vaccarezza ai mondiali di ovaie.
L'atleta italiano ha lottato sino all'ultimo per la prima posizione, e la relativa medaglia d'oro. Il titolo è però purtroppo andato alla concorrente bulgara Irina Otorine, la quale ha sfoggiato proprio in finale una superba coppia di ovaie di mirabili proporzioni.
Al termine della gara il Vaccarezza ha dichiarato che si ritirerà definitivamente dalle competizioni...".

lunedì 16 aprile 2007

Così parlò la Cavalla


Le Edizioni Cavalcare S.p.a. sono liete di annunciare l'uscita dell'attesa seconda edizione del capolavoro di Nicola Vaccarezza Così parlò la Cavalla.


Nicola Vaccarezza, Così parlò la Cavalla. Frasi celebri e pensieri sparsi di un sedicente intellettuale, Edizioni di cavalcare.com, seconda edizione, con prefazione di Massimo Cacciari, sovracopertina in pelle di equino, pp. 120, euro 14,00.

"L'interessante vita interiore di un editore con scarse prospettive. Uno spaccato su un uomo distrutto e, al tempo stesso, la distruzione di un uomo spaccato. Questo libro si pone come corollario ideale, e seguito mal riuscito, de I fiori del male di Baudelaire".
(Corriere della Sera)

"L'eclettico magnate chiavarese ha compiuto con questo libro uno sforzo intellettuale di non poco conto, tanto è vero che gli ha procurato una fastidiosa ernia del cervelletto. Il suo testo, a volte profetico, a volte disvelatore, a volte ancora rivelatore, ci conduce in un intricato labirinto di pensieri che solo un ingurgitatore di salsicce può partorire".
(Rassegna trimestrale di filosofia morale)

"Quel che il Vaccarezza dice di Acclei, suo fidato amico e compagno di giochi, potrebbe stupire il lettore disattento: ma sotto sotto un osservatore acuto potrà invece scorgere in questo irrisorio atteggiamento vaccarezziano l'eco dell'antica schernitio plautina...".
(Studi e materiali di filologia romanza)

"Sono rimasto particolarmente colpito dai due capitoli intitolati Riflessioni dal Baretto al Baiciotto e Massime al massimo. L'eccelso ingegnere dimostra una superba padronanza della lingua, e il suo uso rivolto unicamente all'assunzione di farinata, birra e bistecca".
(L'Eco del rumore)